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Vita da strega
Il termine masca compare per la prima volta in forma scritta – a noi nota –
nell’editto di Rotari (643 d.C.) con il significato di strega. In buona parte del
territorio piemontese e nell’arco alpino occidentale la strega conserva tale
denominazione, anche se risulta difficile identificare la masca con il
concetto tradizionale di strega, perché non ne possiede alcune delle tipiche
connotazioni che l’hanno caratterizzata nel corso dei secoli. La masca,
figura dell’immaginario popolare molto diffusa in passato ma vissuta come
presenza reale nella comunità, era generalmente una donna vecchia e
brutta che faceva del male, soprattutto ai bambini e agli animali della
stalla, e poteva muoversi in “spirito” nello spazio per recarsi in diversi
luoghi uscendo dalla bocca e lasciando il corpo esanime. Negli ultimi anni in
molte località piemontesi la masca è diventata protagonista di feste,
un’operazione che rientra nelle ben note pratiche di riproposta e di
rivitalizzazione delle tradizioni popolari, e poi di camminate ed escursioni
organizzate nei “luoghi magici” che rientrano in più ampi progetti di
recupero territoriale e di valorizzazione delle bellezze paesaggistiche.
Masca, faja, framasun
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Laura Bonato
Libro in brossura, illustrato
II edizione
(rivista e ampliata)
formato
14,5x20,5 cm
pgg.
148
collana
Antropografie
ISBN
9788864840185
anno
2015
genere
saggistica
stato
disponibile
prezzo
€ 16,00
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